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L'ente pubblico e la sua struttura |
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Da questo momento inizia la storia più recente dell'Ordine Costantiniano che nel 1860 vide l'unione del proprio patrimonio a quello dell'Ordine sabaudo dei Santi Maurizio e Lazzaro; tale fusione, però, creò nei parmigiani un grave disappunto che culminò nel 1912, anno in cui venne nominata una Commissione di rappresentanti della città e della provincia che, nel 1913 presentato ricorso al Gran Magistero Mauriziano, riottenne l'autonomia patrimoniale dell'Ordine Costantiniano. Nel 1922, poi, si arrivò alla scissione completa dal Magistero Mauriziano e il nostro Ordine poté ritornare a Parma come ente giuridico autonomo e con un proprio Consiglio d'Amministrazione (R. D. 5 febbraio 1922, n. 186), come venne definitivamente sancito dal Capo Provvisorio dello Stato, l'On. Enrico De Nicola, nel decreto del 6 settembre 1946, in cui si conferma la personalità giuridica dell'ente e i suoi organi amministrativi: il Consiglio Generale e la Giunta Esecutiva.
CONSIGLIO GENERALE
- Presidente del Consiglio Generale
- Vescovo
- Sindaco
- Prefetto
- Presidente del Tribunale
- Presidente della Provincia
- Soprintendente
- Intendente di Finanza
- Direttore dell'Azienda Ospedaliera
- Rettore dell'Università
- Quattro Consiglieri a vita
GIUNTA ESECUTIVA
Composta da cinque membri compresi un Presidente, un vice Presidente e un segretario.
L'Ordine Costantiniano è pertanto un ente pubblico le cui finalità sono:
Il CULTO: deve infatti assicurare il regolare svolgimento delle funzioni liturgiche nella Chiesa Magistrale e garantirne tutela e decoro.
La BENEFICENZA: già negli Statuti Settecenteschi si legge come i Cavalieri Costantiniani fossero tenuti a difendere e portare aiuto a poveri, vedove, fanciulli e religiosi. Da Francesco Farnese fino a Maria Luigia l'Ordine contribuì sempre al sostentamento dell'Ospedale della Misericordia in Oltretorrente, senza dimenticare l'elargizione di doti per le fanciulle meno abbienti che volevano sposarsi. Ancora oggi si vuole continuare questa tradizione di assistenza e generosità: sono già state istituite borse di studio, sono stati stanziati fondi per un ospedale in Uganda e contributi per comunità di recupero.
La CULTURA: essendo l'Ordine Costantiniano così ricco di storia e avendo aperto al pubblico il suo notevole patrimonio, deve continuamente provvedere al restauro delle opere d'arte di cui è possessore ed alla manutenzione della sua proprietà più importante: la Chiesa Magistrale della Steccata.
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PATRIMONIO
Il patrimonio Costantiniano è costituito da lasciti e donazioni di insigniti dell'Ordine e facoltosi cittadini. Tradizionalmente tutti i benefattori in cambio della generosità dimostrata richiedevano la celebrazione di S. Messe per sé e per i loro cari, volontà che ancora oggi viene rispettata: le celebrazioni sono infatti circa 500 all'anno.
Tra le proprietà dell'Ordine vi è anche la stessa CHIESA MAGISTRALE SANTA MARIA DELLA STECCATA, che trae le sue origini da un piccolo Oratorio costruito in strada San Barnaba, l'attuale via Garibaldi, dedicato a San Giovanni Battista e risalente al XIV sec.; sul muro di questo stesso Oratorio nel XV sec. fu dipinta una Madonna allattante il Bambino: quest'immagine così semplice e familiare che ricorda come ognuno di noi sia figlio di questa Madre amorosa, venne ben presto considerata taumaturgica, tant'è che per proteggerla dall' impeto dei fedeli le fu costruito innanzi uno steccato; dal 1483, infatti, l'Oratorio aveva già assunto la denominazione di "Santa Maria de la Stachata". |
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L'aumentare della devozione e il successivo abbattimento di un terzo dell'Oratorio in seguito alle opere di ampliamento a cui fu sottoposta strada San Barnaba, resero necessaria l'edificazione di un tempio più grande per meglio ospitare sia l'immagine che il crescente numero di fedeli. La scelta del luogo in cui erigere la nuova costruzione cadde in un'area poco distante occupata dal palazzo della famiglia Cantelli e dalla fatiscente chiesa di San Matteo: entrambi vennero demoliti per poter dare inizio ai lavori che dal 1521 si protrassero fino al 1539 e il 24 febbraio di quello stesso anno si celebrò la solenne traslazione dell'immagine all'interno della sua "nuova dimora". |
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Oggi questa chiesa, tempio civico della città in cui cioè si raccolgono tutte le autorità civili per le loro celebrazioni, continua ad essere meta ininterrotta di fedeli e turisti:
L'ARCHITETTURA
L'edificio è un imponente gioiello rinascimentale opera di Bernardino Zaccagni, ma non a torto sono stati riscontrati spunti leonardeschi: si conoscono, infatti, studi del maestro per costruzioni a pianta circolare illustrati in alcuni schizzi estremamente somiglianti alla Chiesa Magistrale, d'altra parte si sa che i contatti con l'artista e la nostra città sono stati frequenti, noti sono il soggiorno parmigiano del 1514 all'albergo Campana e la grande amicizia che lo legava al nobile magistrato Alessandro Carissimi, le cui mani fecero "da modello" per quelle del Cristo nel Cenacolo; da non dimenticare inoltre, è la relazione tra Leonardo e Giuliano de'Medici all'epoca Governatore di Parma: è possibile che il Medici per ingraziarsi la potente Confraternita della Steccata abbia commissionato al maestro vinciano il progetto di massima del nuovo tempio.
Il fascino emanato da questa architettura ha portato ad un'altra illustre paternità: il Bramante, si pensa cioè che la Steccata ripeta un primitivo disegno dell'artista eseguito per San Pietro a Roma e se anche così non fosse rimangono non poche convinzioni sull'influenza che egli possa aver portato nella fabbrica della chiesa. |
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OPERE PITTORICHE
Sono molti gli artisti che si sono succeduti nel tempio della Steccata: da Michelangelo Anselmi a Girolamo ed Alessandro Mazzola Bedoli, da Gian Battista Cignaroli al Malosso, ma il personaggio più celebre che ne "calcò" i ponteggi fu sicuramente Parmigianino che dopo San Giovanni Evangelista e la Rocca Sanvitale di Fontanellato, tra il 1531 e il 1539 prestò il suo genio alla chiesa costantiniana dipingendo nell'arcone dell'Altare Maggiore le Vergini Sagge e le Vergini Stolte in un tripudio di colori e giochi di prospettiva prepotentemente interpretati dalle figure-statue monocrome di Adamo, Eva, Mosè ed Aronne. |
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